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Cronaca
CALA ANCHE IL NUMERO DEI MAIALI IN PROVINCIA DI MANTOVA
Un calo costante, accelerato forse dalla diffusione in questi ultimi anni della malattia respiratoria Prrs che falcidia i primi mesi di vita dei maiali. Quello che sembrava impossibile è accaduto: Mantova è scesa al di sotto della soglia psicologica di 1 milione di suini allevati. I dati, elaborati da Coldiretti Mantova sul sito Teseo.Clal.it, dicono che alla fine del 2024 la provincia è scesa a 992.817 capi, con una flessione rispetto a giugno 2024 (le rilevazioni hanno cadenza semestrale) del 3,28 per cento. Giù anche il numero degli allevamenti, che sono 424 (-0,70% sulla rilevazione precedente).
Per la prima volta dopo almeno un quarto di secolo, se non di più, i suini allevati in provincia di Mantova e destinati alle più importanti e note Dop della salumeria italiana - dai prosciutti di Parma e San Daniele al prosciutto di Carpegna, passando per tutta una categoria di prodotti della norcineria che da sempre sono sinonimo di gusto – hanno perso la corona. Se non quella della qualità, che è costantemente aumentata, anche grazie agli aggiornamenti di alcuni disciplinari, quella dei numeri.
Sembrano lontanissimi i tempi di quando Mantova si giocava la leadership assoluta a livello nazionale, rincorrendosi e talvolta superando Brescia, che da alcuni anni è saldamente in testa per numero di capi allevati e che a dicembre 2024 può vantarsi di essere l’unica provincia a superare quota un milione e anche non di poco. I numeri dicono infatti 1.104.143 (-1,02% rispetto a giugno 2024), con 677 allevamenti (-4,65 per cento).
Era una gara serrata per il primato, che almeno nel Mantovano era abbastanza sentito. E sulla vocazione alla suinicoltura della provincia virgiliana circolavano addirittura slogan (“Quattro maiali per abitante”, quando si veleggiava oltre il milione e trecentomila capi) e magliette. Chi non ricorda, ad esempio, quella esibita dai ragazzi con la scritta “1.300.000 maiali + 1”, dove l’ironia si mescolava a messaggi di stampo patriarcale da cacciatore di avventure (poco) galanti?
La frenata del numero dei maiali non è una vicenda solamente mantovana. I dati di Teseo, infatti, evidenziano a livello nazionale un crollo nel 2024 nell’ordine del 14,72% tendenziale, con la popolazione suina che è passata da 9.170.000 maiali del 2023 a 7.820.000 alla fine del 2024.
Fra i big player della suinicoltura europea, che veda la Spagna saldamente in vetta per capi allevati (34.565.000, in crescita del 2,3% rispetto all’anno precedente), l’Italia è il Paese che ha registrato il calo maggiore di animali, addirittura 1.350.000 unità, molto di più rispetto alla Polonia (-691.000 capi), ai Paesi Bassi (-192.000) e alla Francia (-79.000 maiali).
Il commento di Anas. La diminuzione del numero di capi in provincia di Mantova per Thomas Ronconi, allevatore di Marmirolo e presidente di Anas, “va individuata prevalentemente in due fattori: da un lato la presenza della Prrs, dall’altro l’adeguamento alle nuove normative europee sul benessere animale, che hanno sicuramente portato a un miglioramento dell’efficienza in allevamento e del welfare in tutte le fasi di vita dei suini, ma hanno comportato una riduzione dei numeri. A livello nazionale, invece, la presenza della Peste suina africana va annoverata tra i fattori che hanno determinato un calo dei capi allevati”.
Accompagnati anche dall’esperienza dei veterinari e dai sopralluoghi di Ats Val Padana, gli allevatori mantovani hanno saputo adeguarsi con tempestività ai provvedimenti in vigore. “Difficilmente si tornerà ai numeri del passato – prosegue Ronconi – a meno che non vengano realizzate nuove strutture per l’allevamento”. La riduzione degli animali, in particolare su scala nazionale, merita una riflessione. “Fra il 2021 e il 2024 il tasso di autoapprovvigionamento nazionale è passato dal 62,8% al 54,6%, con un indebolimento che espone l’Italia ad un aumento delle importazioni – commenta il numero uno di Anas -. Il pericolo di incrementare gli acquisti da paesi esteri è una minaccia in particolare per il sistema dei prosciutti Dop italiani, considerata la concorrenza di cosce estere a prezzi inferiori”.
Mercato positivo. Il mercato sta attraversando una fase positiva dei listini, con i suini grassi da macello destinati alle produzioni del circuito tutelato che dallo scorso 20 marzo stanno mettendo a segno quotazioni in aumento. Tra i fattori determinanti per la ripresa dei listini, secondo Coldiretti Mantova, il numero dei maiali in diminuzione e una offerta che non eccede la domanda.
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