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ANPI MANTOVA: INTITOLARE UN LUOGO PRESTIGIOSO A RENATO SANDRI
MANTOVA - Oggi Anpi Mantova, sezione "Felice Tolazzi", ricorda il partigiano e politico Renato Sandri, nel quinto anniversario della scomparsa. Lo ricorda e invita le "istituzioni e organizzazioni partitiche a rendere il giusto omaggio e l’intitolazione di un luogo di prestigio ad una figura che ha lasciato un segno indelebile nel nostro territorio e nella politica italiana"
Chi era Renato Sandri? "Classe 1926, il giovane Renato cresce sotto il regime mussoliniano: al Liceo Classico Virgilio incontra intellettuali antifascisti e, a soli diciassette anni, sceglie la via della lotta armata per liberare l'Italia; scappa da una Mantova dall’aria irrespirabile, occupata da nazisti e repubblichini.
Combatte nella Resistenza sui Monti Lessini con il nome di battaglia "Nadia" (speranza, in russo), prendendo parte ad azioni per contrastare l'orrore nazifascista che cala sulle popolazioni inermi. Nei giorni immediatamente seguenti la Liberazione, lo ritroveremo a Milano nella scorta di Sandro Pertini; viene premiato con la medaglia di bronzo al valor militare.
Sono rimasti in pochi ad avere conosciuto quel giovane studente universitario nonché funzionario del Partito Comunista Italiano che, con il motorino della federazione, corre di paese in paese a sostenere i lavoratori nelle dure lotte bracciantili dell'immediato dopoguerra, costruendo rapporti di solidarietà e grande amicizia.
Diventa il primo presidente dell’Anpi mantovano e la sua carriera politica prosegue nel partito, obbediente alla linea ma non troppo, poiché nel 1956 la fedeltà ad un ideale lo porta a rischiare tutto: come Di Vittorio è apertamente contrario all'invasione dei carri armati di Kruscev in Ungheria e schiera su questa posizione tutta la federazione, suscitando forti contrasti e polemiche nel Pci.
Negli anni Sessanta e Settanta è Deputato Parlamentare per quattro legislature e poi membro del Parlamento europeo. Sono gli anni in cui il suo è un ruolo diplomatico per la sezione esteri del Pci: si reca più volte nell'America Latina sconvolta da guerriglie e colpi di stato, intrattenendo relazioni politiche con personaggi del calibro di Fidel Castro, Pablo Neruda e Salvador Allende.
In seguito dedica un trentennio della sua vita allo studio e alle ricerche sulla Resistenza italiana ed europea, raccogliendo una ricca serie di testimonianze dirette. Nel frattempo intorno a lui crollano i muri: il socialismo reale e decenni di storia vengono repentinamente accantonati, insieme ai suoi protagonisti e alle lotte di liberazione che hanno illuminato tutto il Novecento.
Renato Sandri ha vissuto sulla propria pelle la tremenda grandezza del secolo breve. La sua eredità umana, politica e intellettuale dovrebbe essere un vanto per tutte e tutti i suoi concittadini e un punto di riferimento per orientarsi in una fase contraddistinta da nuove ingiustizie, guerre e fascismi".
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