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Legambiente: Mantova ha una brutta aria. Ecco le proposte.

Redazione 24-01-2020 19:26:25 1

Emergenza smog. Mantova, nel rapporto annuale di Legambiente "Mal'Aria di città 2020", relativo ai dati del 2019, è al sedicesimo posto con 57 giorni di superi della soglia limite di Pm10 (il dato è stato misurato nella centralina di piazza Gramsci). Mantova con Avellino e Como, dal 2010 al 2019 ha superato i limiti di Pm10 otto anni su dieci. I giorni totali di superamento di ozono sono 114.  La situazione è davvero preoccupante nella nostra città e  in molte altre città, specialmente quelle della Pianura Padana. Nel rapporto di Legambiente si indicano anche le proposte per uscire dall'emergenza settore per settore. Eccole. 

Per il traffico:

? Inserire in tutta la pianificazione nazionale, regionale e urbana obiettivi ambiziosi e vincolanti che mettano al centro il potenziamento del Trasporto Pubblico Locale (TPL) - indirizzato fin da subito verso le motorizzazioni elettriche a emissioni zero - e politiche disincentivanti per l’utilizzo delle auto private nei centri urbani che dovranno inesorabilmente rimanere l’ultima (e più cara) opzione di mobilità in città. Obiettivi che si possono raggiungere attraverso la realizzazione di zone centrali a pedaggio e l’implementazione delle tariffe sulla sosta ma anche attraverso la realizzazione di percorsi pedonali, ciclabili e preferenziali a supporto della mobilità collettiva.
? Nelle città occorre ripensare l’uso di strade, piazze e spazi pubblici adattandoli in funzione delle persone e non delle auto. Obiettivo realizzabile pensando ad interventi di arredo urbano integrato a misure efficaci come la creazione di ampie “zone 30” che prevedano anche la messa in opera di dossi stradali o alterazioni della pavimentazione (come avvenuto anni fa a Torino Mirafiori) utili a far rispettare il limite di velocità di 30 km/h consentito; prevedendo nuovi spazi verdi nei centri urbani attraverso la piantumazione di alberi nelle vie del centro e delle periferie, aiuole supplementari, ma anche intervenendo sugli edifici e sui tetti.
? Includere ed integrare nei piani a competenza locale (come i Piani di risanamento dell’aria regionali o i PUMS comunali o metropolitani) misure che incidano anche sulle infrastrutture di carattere nazionale (autostrade, ferrovie, porti, aeroporti e interporti merci). Ad esempio la riduzione della velocità in autostrada nei giorni di superamento dei limiti o in determinati periodi dell’anno in molti contesti urbani comporterebbe una significativa riduzione di emissioni inquinanti. L'esperienza (Progetto Life “BRENNER LOWER EMISSIONS CORRIDOR”), durata un anno in un tratto dell'Autobrennero che ha ridotto la velocità da 130 a 100 km/h per ridurre l’inquinamento da NOx, è stata molto positiva ed ha visto la riduzione degli inquinanti mediamente del 10% con picchi fino al 40% per alcune tipologie di motorizzazioni (Euro5). La scusa che i limiti autostradali siano modificabili solo per motivi di sicurezza non è più un dogma insormontabile come dimostrano le esperienze in Francia, Austria e Svizzera (con la riduzione dei limiti di velocità anche nei periodi estivi sino a 85 km/h).
? Informare e sensibilizzare i cittadini sull’evoluzione del mercato dell’auto, aumentandone la consapevolezza e orientandone le scelte. In molte città ormai è cominciato il conto alla rovescia per i motori diesel (da Milano a Torino, passando per Parigi e molte altre città tedesche e statunitensi) attraverso l’imposizione di limiti di circolazione sempre più rigorosi e crescenti nel tempo. Ad esempio, chi ha acquistato un veicolo diesel prima del 2019 deve sapere che tra il 1 ottobre 2025 e il 1 ottobre 2028 le motorizzazioni Euro6 (fino all’Euro6C) non potranno più accedere in città (come per l’AreaB a Milano). Dal primo ottobre 2030 il divieto verrà esteso anche agli Euro6D-Temp e Euro6D-full di ultimissima generazione.
? Incentivare economicamente la rottamazione dei veicoli più inquinanti destinando il contributo economico al NON acquisto di un nuovo veicolo ma all’acquisto di abbonamenti al TPL, minuti gratis ai vari car sharing - bike sharing presenti sul territorio e sconti per l’acquisto di biciclette e monopattini elettrici per favorire la multimodalità di spostamenti nei centri urbani.
Per il riscaldamento domestico:
? Eliminare i sussidi alle fonti fossili – causa dell’inquinamento atmosferico e del cambiamento climatico - che l’Italia ogni anno mette nella legge di bilancio (nel solo 2018 sono stati pari a 18,8 miliardi di euro tra sussidi diretti e indiretti) destinando l’equivalente cifra all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare – pubblico e privato – del nostro Paese.
? Vietare l’uso di combustibili fossili inquinanti nel riscaldamento degli edifici.
? Programmare la sostituzione delle caldaie che utilizzano combustibili solidi (legna, pellet) dove si superano i limiti di legge in maniera sistematica.
? Favorire la diffusione di nuove tecnologie ormai consolidate come le pompe di calore o il district heating.
Per l'Agricoltura:
? I finanziamenti dati agli agricoltori attraverso la Politica Agricola Comune (PAC) dovrebbero essere condizionati al raggiungimento di obiettivi di qualità e tutela ambientale (aria, acqua, suolo e biodiversità).
? Il PRIA dovrebbe poi definire obiettivi di riduzione e ridistribuzione dei capi allevati, nonché di diversificazione degli ordinamenti colturali, da trasporre ed attuare attraverso la programmazione agricola, anche con una revisione ad hoc del PSR (Piano di Sviluppo Rurale).
? Garantire l’effettivo monitoraggio delle pratiche agricole con l’obiettivo di ridurre le emissioni di ammoniaca (e di conseguenza la formazione di particolato) e promuovere buone pratiche che favoriscano le iniziative agro-alimentari e di allevamenti a basso impatto ambientale.

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